“t’ho detto piano” in mostra ancora per poco

All’interno di megazzino, luogo di ricerca e sperimentazione allargata e condivisa, la mostra t’ho detto piano di 5X Letterpress + Libri Finti Clandestini ancora per pochi giorni (fino al 23 ottobre).

In Via per Cesate, 64 a Garbagnate Milanese un’esortazione come titolo: la voce che la pronuncia sembra avere un tono risoluto, deciso, come a pretendere quel rallentamento, quello smorzamento. Ma a cosa si riferisce quel “piano” e a chi è rivolto? L’oggetto di questa mostra è la sperimentazione linguistica, coniugata al plurale, esposta e osservata da molti punti di vista.

Sono presenti le lettere, le parole, gli spazi che le separano e la punteggiatura che le interrompe; sono sottese le inevitabili pretese di significato, lo sforzo della comunicazione e, al contempo, il tentativo di sovvertire ogni esercizio comunicativo lineare. Colori sgargianti e fluorescenti sono in dialogo con neri pieni e onnicomprensivi; formicolii di forme quasi indecifrabili chiedono di non essere decodificate e si diramano sulla parete con ritmi casuali e randomici, divenendo talvolta figura e talaltra sfondo.

Sono presenti libri, rivelati nella loro autentica illeggibilità: narrazioni in miniatura, silenzi di grandi dimensioni che riservano allo sguardo la sorpresa della decontestualizzazione e l’ironia di una a-funzionalità giocosa.

Protagonista di questa esposizione è, inoltre, il dialogo fra Libri Finti Clandestini e 5X Letterpress, due mondi fatti di carta e due modi diversi di esperire il linguaggio della tipografia e dell’editoria. Procedimenti e strumenti si incontrano su terreno comune, si scambiano la pelle ma mantengono riconoscibile la loro, seppur mascherata, identità.

La pluralità linguistica esibita richiama alla mente, senza nessuna pretesa di filiazione e con una certa inconsapevolezza, la sperimentazione poliedrica e rivoluzionaria delle avanguardie storiche e delle neo-avanguardie del secolo scorso. Il fluttuare libero e anarchico delle lettere sulla superficie della pagina delle Parolibere futuriste, la rivoluzione tipografica dei dadaisti, ma anche l’infinita potenzialità della ricerca editoriale di Bruno Munari e, pochi anni dopo, degli artisti Fluxus, ai quali va il merito di aver riconosciuto nell’editoria un campo vergine per la sperimentazione artistica.

5X Letterpress e Libri Finti Clandestini vestono i panni di avanguardisti contemporanei e scelgono di decostruire il linguaggio tipografico ed editoriale per farlo diventare materiale visivo, forma e non lettera, segno da guardare e non da leggere.

Ed è qui che una macchina tipografica diventa un corpo antropomorfo che danza. Ed è qui che risuona l’esortazione del titolo: “t’ho detto piano”. Un invito a rallentare rivolto allo sguardo che scruta i materiali esposti e che, inevitabilmente, cerca qualcosa da decodificare.

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