Solo tre dita scrivono, ma è l’intero cervello che fatica: la penna è più potente della parola? Secondo una recente indagine scientifica, prendere appunti in formato elettronico scrivendo a mano con una penna, anche elettronica, è più congeniale al difficile compito dell’apprendimento rispetto alla sola digitazione sulla tastiera di un computer.
Sono queste le conclusioni di un nuovo studio neuroscientifico realizzato dai ricercatori di fama mondiale Audrey van der Meer e Ruud van der Weel del Norwegian University of Science and Technology (NTNU) di Trondheim, già vincitore di un premio Nobel.
Ispirandosi a studi precedenti da cui risulta che prendere appunti scrivendo a mano comporta una maggiore elaborazione e selezione delle informazioni, gli esperti in neuropsicologia van der Meer e van der Weel hanno coinvolto un gruppo di studenti in un progetto di ricerca di due mesi con l’obiettivo di individuare eventuali differenze nell’attività cerebrale dovute all’uso di una tastiera rispetto alla presa di appunti con la penna e le relative implicazioni sulla capacità di apprendimento del soggetto.
Nell’ambito della ricerca, a 20 studenti è stato chiesto di portare a termine tre diversi compiti – digitazione, scrittura e disegno – concepiti sulla base del famoso gioco di società Pictionary™ (Hasbro, 1985). I partecipanti hanno completato le attività su dispositivi 2in1 Microsoft Surface Pro 4, indossando ciascuno un ‘copricapo’ dotato di oltre 250 sensori per il rilevamento dei segnali cerebrali avanzati.
L’elettroencefalogramma (EEG) è stato utilizzato per studiare l’attività elettrica cerebrale dei soggetti mentre scrivevano o descrivevano, utilizzando una tastiera, parole di Pictionary™ che venivano loro presentate visivamente, oppure mentre disegnavano le stesse parole utilizzando una penna per touchscreen. I dati degli EEG registrati con una rete di sensori a 256 canali, sono stati sottoposti ad analisi dell’evoluzione temporale spettrale (TSE, variazioni di ampiezza nel tempo). I risultati hanno evidenziato che durante il disegno le aree cerebrali nella regione parietale e occipitale presentavano attività di desincronizzazione evento-correlata (ERD) nella banda theta/alfa. Tali risultati sono in accordo con le evidenze riportate in letteratura e sono spesso associati alla creazione delle condizioni ottimali per l’apprendimento. Durante la descrizione si è osservata un’attività in banda beta/gamma nelle regioni centrale e frontale, specialmente nella prima fase di elaborazione cognitiva. Tale attività è spesso associata al coinvolgimento di processi cognitivi superiori di tipo top-down come pure alla formazione delle idee.
L’utilizzo di computer portatili in classe è controverso. Molti insegnanti ritengono che i computer (e internet) siano una fonte di distrazione, a detrimento del confronto all’interno della classe e dell’apprendimento da parte degli studenti. D’altra parte gli studenti spesso riferiscono di essere convinti che l’impiego di computer portatili in aula sia vantaggioso. Pur ammettendo che i computer siano una distrazione, ritengono comunque che i benefici siano preponderanti rispetto agli svantaggi. Tuttavia, anche quando si tengono sotto controllo le distrazioni, i laptop potrebbero inficiare il rendimento in quanto incidono sulla modalità e sulla qualità della presa di appunti durante la lezione. Numerosi contributi in letteratura parlano a favore della generale efficacia della presa di appunti in contesti educativi, ma la maggior parte di questi studi sono precedenti all’ingresso dei computer portatili nelle scuole. Finora la ricerca si è concentrata su due modi in cui il prendere appunti può influenzare l’apprendimento: codifica e memoria esterna. La teoria della memoria esterna decanta i vantaggi della capacità di ripassare i contenuti (anche partendo da appunti presi da altri). Secondo la teoria della codifica, invece, l’elaborazione che si verifica quando si prendono appunti potenzia l’apprendimento e la ritenzione.
Le tecniche per prendere appunti possono essere generative (per esempio riassumere, parafrasare, fare mappe concettuali) o non generative (per esempio, trascrizione pedissequa). In genere si è sempre ritenuto che la presa di appunti parola per parola sia sintomo di un’elaborazione cognitiva relativamente superficiale. Quanto più profonda è l’elaborazione delle informazioni durante la presa di appunti tanto maggiori saranno i vantaggi derivanti dalla codifica.
La ricerca scientifica ha dimostrato che la presa di appunti parola per parola è presagio di un rendimento più basso rispetto alla presa di appunti generativa, in particolare per i contenuti integrativi e concettuali. L’utilizzo di computer portatili tradizionali facilita la trascrizione pedissequa dei contenuti delle lezioni in quanto molti studenti sono molto più veloci a digitare sulla tastiera che a scrivere a mano. Pertanto scrivere sulla tastiera potrebbe ridurre i vantaggi derivanti dalla codifica evidenziati dagli studi già condotti sulla presa di appunti. Tuttavia, la capacità di trascrivere potrebbe fare aumentare i vantaggi in termini di memoria esterna.
Finora pochi studi hanno indagato direttamente le potenziali differenze tra la presa di appunti con computer portatile e quella con carta e penna.
Con questo nuovo studio si è inceve affrontato il capitolo riguardante la presa di appunti con computer e anche penne digitali. Gli autori dello studio ipotizzano che è probabile che chi prende appunti scrivendo a mano metta in atto maggiori elaborazioni mentali di chi prende appunti con un computer, trovandosi costretto a selezionare le informazioni più importanti da fissare nei propri appunti. Sorprendentemente, i ricercatori hanno riscontrato risultati simili anche dopo aver esplicitamente istruito gli studenti a evitare di prendere appunti parola per parola, il che suggerisce che la voglia di farlo quando si digita su una tastiera è difficile da superare.
I ricercatori hanno anche potuto appurare che gli studenti che avevano preso appunti a mano, anche dopo una settimana hanno “battuto” i loro colleghi che utilizzano il laptop, quando ai partecipanti al test è stata data la possibilità di rivedere i loro appunti prima di partecipare a un nuovo test di verifica. Ancora una volta, quanto più gli appunti erano stati presi in modo letterale, parola per parola, tanto peggiori sono risultate le prestazioni quando si trattava di rispondere a domande concettuali.
I risultati hanno quindi dimostrato che quando i soggetti scrivevano con una penna stilo utilizzavano parti diverse del cervello rispetto a quando digitavano sulla tastiera. La ricerca ha rivelato che all’uso della penna corrispondeva l’attivazione di aree del cervello più profonde con effetti molto positivi sull’acquisizione di nozioni, come evidenziato da indagini già effettuate sull’argomento. Lo studio sottolinea il potere della penna per l’apprendimento, in un’epoca in cui molti studenti utilizzano ormai solamente il portatile con la tastiera per prendere appunti.
I due ricercatori ora consigliano di reintrodurre la presa di appunti a mano nelle scuole di tutto il mondo.
“Spero sinceramente che questa ricerca contribuisca a riportare nelle classi l’uso della penna durante le lezioni”, ha dichiarato Audrey van der Meer, docente di neuropsicologia presso il Dipartimento di Psicologia della NTNU. “Siamo riusciti a dimostrare che prendere appunti con una penna attiva parti del cervello diverse, e in modi differenti, rispetto all’uso di una tastiera. Si tratta di una differenza estremamente significativa: ci conferma che prendere appunti a mano rende il cervello molto più efficace nell’elaborare l’apprendimento”.
“Le implicazioni di questo studio sono fondamentali per gli educatori e per chi lavora nel campo dell’istruzione”, ha dichiarato Alexa Joyes, Direttore di Policy, Teaching & Learning, Worldwide Education Microsoft. “Ci sarà perdonato l’errore commesso qualche anno fa, quando si pensava che l’umile penna potesse scomparire dal nostro mondo ossessionato dalla tastiera: in realtà, è evidente che si tratta di uno strumento tuttora indispensabile, così come lo è stato per molte generazioni prima di noi. Forse non dovrebbe sorprendere che l’acquisizione e l’interiorizzazione delle nozioni possano migliorare grazie a un gesto naturale, ossia prendere appunti a mano”.