Era il gennaio del 2015 quando Stefano Torregrossa ci annunciò il ritorno di Apple, dopo 20, nella progettazione dei font con San Francisco; al tempo fu una di quelle chicche da nerd tipografici che rischiava di passare in sordina perché legate all’allora Watch non ancora presentato.
Il passato tipografico di Apple sappiamo benissimo che è costellato di numerose creazioni, ai tempi della designer Susan Kare, Apple creò Chicago, New York e Geneva per poi passare all’utilizzo di font già esistenti e l’Helvetica fu solo l’ultimo nell’ordine cronologico. Con lo smartwatch ci fu una svolta inaspettata: dopo quasi 20 anni, Apple disegnò finalmente un carattere.
A due anni di distanza il font è sbarcato nella sua versione web su Apple.com
Piccola rivoluzione? Il nome è tutto un programma: San Francisco (da non confondere con questo San Francisco, disegnato proprio dalla Kare nel 1984 e fortunatamente abbandonato già da System 7). Un ritorno al passato, dunque: ai nomi di città che hanno fatto grande la Apple della tipografia negli anni 1980; e al nome della città che, in un modo o nell’altro, ha visto da vicino l’intera storia di Apple.
Come ci descriveva Stefano, il San Francisco deve molto a Helvetica e DIN, con i quali condivide parecchi tratti e geometrie. La sua particolarità è di avere crenatura e disegni variabili in funzione del corpo: a corpo grande, i glifi sono più stretti tra loro e leggermente più condensati nella dimensione orizzontale; più il corpo si riduce, più la crenatura aumenta, alcuni occhi (a, e, o) si allargano per garantire la massima leggibilità e persino la punteggiatura si adatta per restare visibile. Non a caso fu progettato per l’orologio di Cupertino e che fu il primo beneficiario della nuova leggibilità anche su un display piccoli: un compito impossibile se, per uniformità, anche l’orologio Apple avesse adottato ai tempi l’Helvetica Neue.