Con la recente approvazione della “manovra finanziaria” un aspetto passato in sordina è la modifica radicale del cosiddetto “regime dei minimi”.
Un professionista che antecedentemente al 2008 avesse avviato la propria attività scegliendo il regime dei minimi (art. 1 commi 96/117 Legge 244/2007) rischia di *non poter più rientrare* nel suddetto regime con il vantaggio della sola imposta sostitutiva del 20% su Irpef, relative addizionali e annessi benefici.
Le disposizioni sui nuovi minimi (“art. 27, Dl 6/7/2011 n. 98(Regime Minimi)”:http://www.forum-consulenza.it/attualita/70-art-27-del-decreto-legge-6-luglio-2011-n-98-regime-fiscale-di-vantaggio) introducono infatti una riduzione drastica dei contribuenti interessati, secondo alcune stime gli attuali *i minimi potrebbero ridursi fino al 95%*; i nuovi termini istituiscono determinati “paletti” in cui dover operare: con decorrenza 1° gennaio 2012 chi aveva adottato il regime prima del 2008 dovrà versare l’Irpef e le relative addizionali con regole ordinarie con l’esclusione da Irap, tenuta scritture contabili e versamenti Iva periodici (si verserà solo il saldo annuale).
I minimi ricordiamo devono avere *determinati requisiti per usufruire dei vantaggi* di questo regime, tra cui: massimo 30mila euro di ricavi annui, nessun dipendente e massimo 15mila euro di beni strumentali acquistati negli ultimi tre anni.
Con la nuova normativa per i nuovi minimi *si abbassa ulteriormente il carico impositivo che passa dal 20% al solo 5%*, ovvero un’unica imposta sostitutiva di Irpef e relative addizionali. Si viene così esentati dal versamento di Iva, Irap, dagli studi di settore e dalla tenuta delle scritture contabili.
Il regime potrà essere adottato per cinque anni, o anche più ma non oltre l’anno in cui il contribuente compia 35 anni.
Ma chi ha avviato l’attività dopo il 2008?
La nuova normativa è chiara, se si mantengono i requisiti si può continuare ad usufruire del regime dei minimi, sempre che l’imprenditore non abbia già compiuto 35 anni.
Il nuovo regime introdotto dal governo nasce con una doppia faccia: uno stimolo per la nascita di nuove imprese da parte dei giovani, in grado però di porre fine alle agevolazioni a migliaia di imprese individuali o liberi professionisti, quel tanto citato popolo della partite iva.