Open book on the desk | © LeicherOliver - Shutterstock.com

La stampa on demand nelle librerie: il digitale sarà il futuro del libro stampato

Il digitale causerà la scomparsa del libro stampato? I leader di settore operativi nel commercio elettronico causeranno la chiusura di tutte le librerie del quartiere?

Il mondo dell’editoria e del settore della distribuzione hanno a lungo cercato di fornire risposte rassicuranti e ottimistiche a queste due domande, e hanno combattuto per contrastare il presunto e annunciato destino di declino del libro stampato dovuto al rapido sviluppo di e-book ed e-reader, così come delle vendite on-line.
Eppure, contro ogni aspettativa, le nuove tecnologie sono in procinto di scardinare questa evoluzione. Infatti, il Print-on-Demand sembra in grado di conciliare il mondo del digitale con quello della carta. Un sorprendente ritorno del mondo virtuale al mondo reale.

Una stampante di nuova generazione chiamata Espresso Book Machine promette di stampare un libro più rapidamente del tempo di preparazione di un caffè ristretto. La Espresso Book Machine è stata una delle novità più attrattive della 35° Fiera del Libro di Parigi, tenutasi dal 20 al 23 marzo 2015. Due Espresso Book Machine sono state installate per tutta la durata della manifestazione fieristica presso lo stand degli editori La Martinière e Presses Universitaires de France (PUF).

Il processo è relativamente semplice. La macchina funziona come una piattaforma di interconnessione in modalità “dalla cloud alla carta”. Attraverso un catalogo online viene selezionato su un computer un libro digitale o digitalizzato, un file di lista contenuti, un file di copertina. Poi si avvia la stampa. Pochi minuti dopo, il libro in carta esce dalla macchina, rilegato e pressato, in formato tascabile o in formato tradizionale, disponibile su diversi tipi di carta (patinata, offset, in bianco e nero ecc.). Oggi, con questa macchina, è possibile stampare in 7 minuti un libro di 220 pagine, riportando nessuna differenza con l’opera stampata tradizionale. In breve, ottenere in pochi minuti ciò che siti di ecommerce offrono con un termine di consegna di 48 ore in media. Un modo rapido per realizzare l’atto di acquisto e per portare pubblico nelle librerie.

Sei macchine di questa tipologia sono già disponibili in Francia (contro le 150 macchine installate negli Stati Uniti), grazie al programma sperimentale Ireneo, patrocinato da IDEP (Istituto di sviluppo di competenze multimediali) e UNIC (Unione Nazionale stampa e comunicazione).

Con la stampa on demand, ogni libro stampato è un libro venduto

Molte applicazioni possono già da ora essere immaginate. Un’applicazione smartphone potrebbe, per esempio, permettere di scegliere un libro in un catalogo. Il libro sarebbe poi stampato vicino al luogo ove si trova il titolare dello smartphone e utilizzatore dell’applicazione (grazie a geolocalizzazione) e ritirato presso il libraio prescelto. Un vero e proprio cambiamento di paradigma: vendere un libro prima della stampa, mentre oggi il processo è stampare un libro auspicando che venga venduto. Questa semplice soluzione è un progresso non solo per il lettore ma anche per il libraio: con la stampa on demand, un libro stampato è un prodotto acquistato.

Un tale dispositivo potrebbe finalmente consentire ai librai di ampliare in modo significativo il loro catalogo e così riconquistare i clienti che sono stati sedotti attratti dalla pletora di offerte dei siti e-commerce. Da un lato, i prodotti possono essere proposti alla clientela in funzione dei loro gusti. Dall’altro, i librai sarebbero messi in grado di gestire il magazzino in maniera più efficiente. Ciò permetterebbe di ridurre il processo di decisione di acquisto, di aumentare le vendite, riducendo in modo significativo i costi relativi al trasporto e allo stoccaggio di libri.

L’invenzione di un nuovo modello di business “produco quello che vendo”

Resta ancora da definire un modello di business vero e proprio e come affrontare il costo di acquisto della macchina (€100.000) un importo molto difficile da sopportare per le librerie. Diverse soluzioni sono già in fase avanzata come: affitto/leasing (circa 250 euro al mese) o la creazione di una rete per le librerie con consegna in poche ore senza la Espresso Book Machine presso le loro rispettive sedi.

La sfida del modello “produco quello che vendo” (e non viceversa) richiede di immaginare un ecosistema e delle modalità di finanziamento inediti per materializzare ciò che è stato smaterializzato.

Se la strada da percorrere è ancora lunga per far nascere un servizio tipo “YouTube degli scrittori”, questo tipo di innovazione ci invita a ripensare la carta digitale tradizionale contrapposta al digitale. Proprio come in altri settori, è forse la convergenza e la complementarietà tra le due tecnologie opposte, ove si trova l’innovazione più ottimale e utile per il consumatore. Carta e digitale non sono più faccia a faccia, ma sono oggi mano nella mano.

Related Posts