Il futuro sarà nella voce, negli assistenti vocali, nelle ricerca vocale e nei dispositivi domestici che ci aiutano a fare questo. Insomma.
Da una recente ricerca pubblicata da Adobe emerge che ad oggi i nostri dispositivi intelligenti, da Alexa a Siri a Google li usiamo solamente per delle ricerche generiche.
A quanto pare la previsione secondo cui nel 2020 il 50% di tutte le ricerche sarà condotto tramite la voce pare quantomeno esagerata. Lo studio sulle tecnologie vocali ha rilevato infatti che il 48% dei consumatori utilizza la voce sì ma per fare delle “ricerche generali sul web”. Ciò non equivale al “50% di tutte le ricerche”, ma indica una crescente penetrazione della voce come interfaccia di ricerca.
L’85% degli intervistati ha dichiarato di aver utilizzato la tecnologia vocale sui propri smartphone, mentre il 39% lo ha fatto con gli smart speaker. In termini di frequenza d’uso, il 44% degli intervistati ha dichiarato di utilizzare quotidianamente la tecnologia vocale in qualche forma, ma quale forma?
Per ottenere indicazioni stradali, effettuare telefonate e inviare messaggi, queste le tre principali attività che eseguiamo con i nostri telefoni, a seguire il meteo, la riproduzione della musica e ricerche generali sul web; non proprio un uso approfondito di queste tecnolgie a quanto pare.
Le interazioni vocali sono oggi in gran parte transazionali e semplici, ma molti utenti vorrebbero fare attività più complesse – ci svela la ricerca Adobe, come prenotare appuntamenti dal medico (37%) o alberghi (31%), fare la spesa. Ma la complessità di queste azioni è la ragione principale per cui non utilizziamo la tecnologia vocale in queste situazioni e ci limitiamo a chiedere solo le indicazioni stradali.
Quindi si domanda Adobe, come possono i progettisti semplificare queste interazioni per gli utenti? La risposta sta nel combinare la voce con uno schermo.
Gli smartphone sono già il dispositivo più utilizzato per la tecnologia vocale (85%) a indicare che la voce e gli schermi formano un duo vincente. E la maggior parte degli utenti concorda sul fatto che gli elementi visivi consentirebbero loro di utilizzare la tecnologia vocale per una più ampia gamma di attività, e l’83% degli utenti ritiene che sarebbe particolarmente utile uno schermo che confermi il comando dato.
La cosa più importante è che, per essere efficace, un’interfaccia vocale deve essere progettata ad hoc per questo scopo.
I progettisti dovrebbero dotarsi di una conoscenza approfondita dei prodotti voice-enabled per diventare esperti in UX delle applicazioni e delle interazioni che creeranno. L’unico modo per farlo è utilizzare il vostro altoparlante intelligente preferito o assistente mobile e familiarizzate con l’uso della voce come interfaccia primaria di input, questo per imparare come le vostre esperienze possono far progredire e affinare il vostro approccio progettuale.
Quindi c’è futuro nella ricerca vocale? Certamente, tantissimo e con potenziali enormi: ma non dal 2020. Nel 2019 cominciamo a capirle, utilizzarle e progettare soluzioni che possano aver successo ma soprattutto essere utili, ben oltre la verifica del meteo o del traffico.
Insomma tra User Experience e User Interface ci sono differenze, un po’ come la vignetta che abbiamo pubblicato sulla nostra pagina Facebook.