Da che mondo è mondo le gare creative nella comunicazione hanno creato mugugni e dibattiti, a volte accesi. Questo perché non sono gestite in maniera corretta, trasparente, onesta e possono concorrere a determinare serie implicazioni sia economiche che relazionali. In quest’ottica UNA – Aziende della Comunicazione Unite e UPA si sono fatte promotrici di un manuale, intitolato “La Buona Gara”, che ha l’intento di riassumere e indicare le giuste modalità per condurre una gara al fine di generare best practice e dar vita a relazioni trasparenti, oneste e durature nel tempo. Un vero e proprio strumento di lavoro, ricco di indicazioni e suggerimenti, che guarda al mondo delle agenzie quanto a quello delle aziende.
“Gestire una gara creativa in modo corretto non è solo un tema di trasparenza degli interlocutori: spesso, in buona fede, si commettono errori o si sottovalutano aspetti centrali, originando situazioni che danneggiano tanto le agenzie partecipanti quanto i clienti. Le nostre Agenzie hanno dedicato tempo ed energia ad approfondire tutti i passaggi di una gara, mettendo in discussione ciascuno le proprie posizioni in relazione al punto di vista dell’altra parte. Così ne è nato un manuale che fornisce consigli sia alle Agenzie sia ai Clienti, per evitare incomprensioni” dichiara Emanuele Nenna, Presidente di UNA.
“Sui principi siamo d’accordo da sempre, non è la prima volta che li ribadiamo, insieme ad UPA. La novità di questo manuale è che invece di limitarci a indicare buone regole di comportamento approfondiamo le ragioni per cui seguirle genera un vantaggio per tutti, e migliora il mercato. Non credo ci sia arma più efficace della comprensione reciproca per generare relazioni positive e di lunga durata.”
Il manuale si compone di tre parti: dall’identificazione dell’esigenza o meno di indire una gara creativa con pro e contro per agenzie e aziende alla descrizione di come affrontare una gara in tutti i suoi passaggi fino alle indicazioni su come costruire una solida relazione tra agenzia e cliente. A queste fanno seguito le conclusioni che esplicitano come rendere il processo di gara positivo e non mettere in difficoltà agenzie e aziende.
A chiudere il documento il manifesto de “La Buona Gara”, 8 punti che riassumono l’intero contenuto del manuale:
- A volte una gara non è l’unica soluzione possibile. È bello avere alternative.
- Serve molta serietà per indurla. Altrettanta per parteciparvi.
- Non è la quantità dei concorrenti a farne la differenza. Ma la qualità.
- Si basa tutta sulle informazioni. Quelle giuste.
- Implica trasparenza. Su ogni singolo aspetto.
- Ha obiettivi da perseguire. E linee guida da rispettare.
- Termina con un vincitore. E dei vinti, a cui dare spiegazioni.
- Dà il via alla buona relazione. Quella che dura a lungo.
L’intero documento è caratterizzato da un linguaggio semplice, accompagnato da una grafica che ne rende più piacevole la lettura, perché l’obiettivo principale è che sia un manuale sempre pronto alla consultazione e che i contenuti arrivino in maniera diretta ai suoi interlocutori.
“I principi associativi di UPA si fondano sui tre pilastri dell’innovazione, della trasparenza e della responsabilità. Pertanto formalizzare un decalogo della “buona gara” fa parte della volontà di instaurare un dialogo maturo fra i player sul mercato. Noi caldeggiamo l’impiego di percorsi di gara per cercare partner di medio-lungo periodo e non di una singola idea creativa, e riteniamo che troppe agenzie in gara provochino il rischio di decisioni superficiali” commenta Lorenzo Sassoli de Bianchi, Presidente di UPA. “Vanno evitate le instant game senza chiari obiettivi strategici, e ciò a vantaggio della crescita di tutto il mercato della comunicazione”.