_Il settore dei Grafici Editoriali sta attraversando uno dei periodi più difficili degli ultimi 40 anni, la crisi colpisce pesantemente un’azienda su 3 quasi in modo irreversibile._
In questo modo si apre il documento steso da Slc, Fistel e Unicom per il rinnovo (2013-2016) del C.C.N.L. dei dipendenti delle *aziende grafiche ed affini e delle aziende editoriali* anche multimediali; le organizzazioni sindacali nel presentare la nuova “piattaforma di aggiornamento dell’ormai scaduto contratto”:https://www.draft.it/cms/Contenuti/rinnovato-il-ccnl-grafici-editoriali-2010-2013, si soffermano inoltre sulla crisi “senza fine” che sta colpendo da molti anni il mondo della comunicazione, ora più che mai attraversato da un profondo cambiamento che non è soltanto congiunturale.
*La crisi ha modificato i comportamenti dei consumatori della comunicazione*: le tecnologie e la penetrazione dei nuovi media stanno frammentando il modo tradizionale di comunicare e di informarsi e, la carta stampata perde sempre di più il suo peso.
Il fatturato della pubblicità è in costante calo dal 2008, penalizzando gli investimenti sulla carta (anche se è l’unica piattaforma che consente ricavi consistenti comunque in continua flessione) e orienta i propri budget sui nuovi media (i quali non garantiscono ricavi importanti).
Finita la crisi e assestata l’evoluzione del settore, il mercato della comunicazione non sarà più quello che abbiamo conosciuto fino ad oggi. Il calo strutturale dell’attuale mercato evidenzia la necessità di nuovi modelli di business, ma l’incertezza sulla direzione che prenderà l’evoluzione del settore non permette ancora di conoscere quale sarà il modello di sviluppo del prossimo futuro.
Nella produzione dei contenuti, l’innovazione tecnologica sarà una leva competitiva chiave.
Finita la crisi e assestata l’evoluzione del settore, il mercato della comunicazione non sarà più quello che abbiamo conosciuto fino ad oggi
In questi anni si sono definitivamente consumati i processi di separazione della parte industriale da quella editoriale; il calo delle foliazioni e delle tirature mette in difficoltà settori tradizionalmente ricchi di marginalità come la rotocalco; si sostiene con difficoltà la stampa e la confezione del libro in quanto comparto caratterizzato da un andamento più costante fino al 2011, cercando di limitare la china di fatturato che ha avuto nel 2012. L’incertezza e la crisi economica limitano gli investimenti e focalizzano gli interventi sul controllo dei costi di produzione e sulle ristrutturazioni.
Nel contempo riusciamo ad avere una ripresa timida sul mercato estero, che non risolve i problemi più generali del settore. Il quadro che le organizzazioni sindacali hanno delineato è spesso – a loro parere – aggravato da provvedimenti legislativi inadeguati e controproducenti, come ad esempio le iniziative sui libri di testo per la scuola che hanno creato non pochi problemi di orientamento produttivo agli Editori. Quindi si fa più pressante la necessità di disegnare una politica della filiera della comunicazione che, dal confronto con le Controparti e con le Istituzioni, si possa tradurre in interventi di politica industriale in grado di accompagnare la trasformazione dei nostri settori.
Per i sindacati, le trasformazioni rendono necessaria la stesura di un nuovo contratto di filiera e chiedono di attivare il tavolo di confronto permanente (già previsto dal vigente contratto nazionale del lavoro) che possa anche accompagnare il percorso di unificazione contrattuale di tutta la filiera della Comunicazione e dell’Informazione.
Le trasformazioni della filiera che tutti condividono, debbono essere sostenute anche in ambito politico-governativo, utilizzando degli studi da effettuarsi nei vari settori sui prodotti, sulle innovazioni tecnologiche, sul mercato e le sue evoluzioni.