Il rapporto sull’industria dei quotidiani in Italia

Come sta l’industria italiana dei quotidiani? Scopritelo leggendo questo rapporto.

Ogni anno l’ASIG (Associazione Stampatori Italiana Giornali) e l’Osservatorio Quotidiani “Carlo Lombardi” realizzano una ricerca, tra l’altro prevista dall’articolo 5 del CCNL poligrafico, con i dati relativi agli andamenti e prospettive dei mercati di quotidiani, andamento del mercato pubblicitario, andamento, tendenze e prospettive occupazionali, andamento retributivo e costo del lavoro poligrafico, trend tecnologici e di mercato in atto. Una fotografia annuale del settore poligrafico. La ricerca, come sempre si completa con l’anagrafe dell’industria italiana dei quotidiani, contenente i dati più aggiornati sull’industria italiana dei quotidiani: testate, società editrici, centi stampa, agenzie di informazione, concessionarie di pubblicità.

A partire dall’edizione 2001, il rapporto contiene in appendice i dati su occupazione e retribuzioni nell’industria dei quotidiani, presentati in precedenza come pubblicazione a se stante; mentre da quella 2013 vengono compresi anche i dati tecnici sugli stabilimenti di stampa per giornali quotidiani, pubblicati per la prima volta nel “Libro Bianco sugli stabilimenti di stampa per i quotidiani” del 2011.

Il rapporto 2015 è stato presentato pochi giorni fa alla Conferenza internazionale WAN-IFRA Italia, svoltasi a Bologna ed ha portato alla luce numerosi dettagli, tra cui in apertura un primo focus sul “tracollo” dei giornali.

[quote_box_left]Non servono molte parole per dare un senso pieno della situazione del settore, basta richiamare alcuni tra i dati disponibili nelle pagine che seguono. Nel solo 2014, dati ADS, la diffusione cartacea complessiva è diminuita di oltre 400mila copie al giorno, da 3,6 a 3,2 milioni di copie, pari al 12%. Ciò si è tradotto in una contrazione complessiva da 1,9 a 1,7 miliardi delle copie di giornale stampate.
Certo, è fortemente cresciuta la diffusione delle copie digitali, passata in un solo anno da 300mila a 470mila copie giornaliere, ma questa pur promettente crescita riesce a compensare solo in misura frazionale il calo dei ricavi derivanti dalla diffusione tradizionale.[/quote_box_left]

Il volume può essere scaricato integralmente a questo link ed è composto da oltre 130 pagine di dettagliati dati ed indicatori.
Ecco però alcuni dati che possiamo subito leggere sullo stato dell’industria dei quotidiani italiana.

Woman with tablet and husband with newspaper reading news
Woman with tablet and husband with newspaper reading news – Su gentile concessione di Shutterstock.com

Alcuni dei principali dati – Il mercato dei lettori è diminuito a due cifre, tanto che la diffusione cartacea si è attestata a 3.211.805 copie giornaliere (-11,7% su 2013) mentre quella digitale a 470.904 copie (+57% su 2013); la diffusione complessiva giornaliera 2014: 3.682.709 copie giornaliere (-6,5% su 2013) con lettori di quotidiani nel giorno medio pari a 19.387.000 (36,6% della popolazione adulta) – oltre il 60% degli italiani non legge un quotidiano. Il mercato pubblicitario ha invece segnato un volume d’affari di 6,2 miliardi lo scorso anno (-2,5%), quello sui quotidiani per un controvalore di 810 milioni (-9,7%), con la Televisione padrona del 56,5% degli investimenti.

Ma quanti e quali sono i produttori italiani di quotidiani? L’indagine ci dice che vi siano 66 stabilimenti di stampa con 116 rotative installate, e con una capacità produttiva di 3.880.000 giri cilindro/ora (-2% rispetto al 2014). Il mercato del lavoro ha visto impiegati 4.105 poligrafici  (-541 rispetto al 31 dicembre 2013) con una retribuzione annua lorda media di € 41.996,17 (-3%).

Tutti numeri che nel rapporto 2015 analizzano lo stato di salute di 123 testate quotidiane, 85 società editrici, 66 stabilimenti di stampa, 68 concessionarie di pubblicità e 119 agenzie di informazione.


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