30 anni di icone da Kate Moss a David Bowie negli scatti di Michel Haddi

Una mostra che attraverso i soggetti più rappresentativi del celebre fotografo di moda francese racconta non solo l’evoluzione dello stile di tre epoche segnate da profondi cambiamenti storici e culturali (tra i quali la caduta del Muro di Berlino vissuta da Haddi in diretta insieme ai Red Hot Chili Peppers, l’arrivo degli anni 1990 rappresentati dal volto-icona di Kate Moss, il nuovo Millennio), ma testimonia anche il passaggio dall’analogico al nuovo mondo digitale e alle infinite possibilità che questo ha aperto nell’ambito della fotografia di moda e costume.

Molti sono stati i momenti significativi nella carriera di Michel Haddi ma sicuramente le copertine di Vogue, che aveva avuto modo di sfogliare durante la sua infanzia, hanno lasciato un segno indelebile e fatto emergere quel sogno – che sarebbe poi diventato realtà – di diventare fotografo di moda. Il colpo di fulmine scatta quando inciampa in una cover di Vogue realizzata da Helmut Newton: “inizialmente avrei voluto fare il regista o il giornalista. Ma all’improvviso, quando avevo 18 o 19 anni, ho avuto un’illuminazione. In un’edicola ho visto una copertina di Vogue realizzata da Helmut Newton e mi sono detto: è fantastico, èquello che voglio fare”.

Nel 1981 arriva finalmente il contratto che aspettava da tempo: gli viene commissionato un servizio di dieci pagine per Vogue Hommes che aprirà la strada ad una lunga e proficua collaborazione con il magazine e lo farà approdare anche in Italia, dove incontrerà Franca Sozzani, all’epoca direttrice di Lei e Per Lui, che chiamerà senza esitazione nel suo team.

© Michel Haddi

Le collaborazioni si susseguono (The Face, GQ, Sunday Times, Tatler…) così come i viaggi: tra il 1987 e il 1989 sono condensati alcuni degli scatti più significativi, come quelli a Uma Thurman, Debbie Harry, Red Hot Chili Pepper, Kylie Minogue. Si sposta in America e, proprio a New York, realizzerà la serie di scatti a Kate Moss per Bloomingsdale, scatti che faranno la loro comparsa negli store americani, così come nelle campagne pubblicitarie televisive e nei vari media. Ma i soggetti si ampliano quando Haddi si trasferisce a Venice Beach: sembra non esista celebrità che non sia passata davanti all’obiettivo puntuale di Michel, dal mondo del cinema a quello della musica, come Cameron Diaz, Clint Eastwood, David Bowie, Tupac Shakur, Sean Connery, Tim Burton. I suoi scatti sentono l’influenza di fotografi del calibro di Cecil Beaton, Irving Penn, Richard Avedon, David Bailey, Helmut Newton o Mario Testino, che Haddi ha sempre guardato con ammirazione.

[miptheme_quote author=”Michel Haddi” style=”text-center”]La fotografia mi permette di creare una realtà alternativa. La fotografia di moda non è una rappresentazione accurata della realtà. Certo, ci sono elementi didascalici, cosa va di moda, quali sono gli argomenti di maggior interesse popolari al momento, ma è anche un sistema fantasmagorico. Ho campo libero[/miptheme_quote]

Il suo sguardo, intimo e personale, è condensato negli oltre trenta personaggi esposti in mostra che ci permette di vedere da vicino il lavoro e l’evoluzione dell’immagine contemporanea, seguendo il passaggio dall’analogico della carta stampata e patinata dei suoi primi lavori, fino all’avvento di internet e del digitale. Un passaggio epocale per la fotografia, nel quale solo gli artisti come Haddi hanno saputo mantenere un occhio intelligente ed innovativo in un mondo e in una cultura accelerati, che cambiano costantemente e a grande velocità.

©Michel Haddi

Le immagini esposte sono state selezionate insieme a Michel Haddi e provengono da un archivio sterminato di volti noti e meno noti: icone del passato e nuovi modelli culturali sono qui accomunati dal taglio contemporaneo e sempre attuale di Haddi. La sua volontà di “inventare storie”, di far vivere lo scatto anche al di fuori dell’immagine fotografica, è evidente nella maggior parte dei suoi ritratti che sembrano implicare un continuum spazio-temporale con il mondo esterno: un prima e un dopo che diventano quasi necessari, come se la fotografia fosse un frame tratto da una pellicola cinematografica. Le immagini che compongono la mostra descrivono non solo la sua personale evoluzione nell’ambito della fotografia di moda, ma ci offrono anche uno spaccato della trasformazione interna della cultura visuale delle riviste patinate degli ultimi trent’anni, così come dello stile visivo e popolare tout-court.

La mostra (13 giugno – 30 luglio 2017), presentata anche all’interno del calendario ufficiale di Pitti Immagine Uomo 92, è composta da 41 fotografie in diversi formati. L’ingresso è libero.

©Michel Haddi

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